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CALL. 31.03.2018: Il teatro delle emozioni. La paura - Padova (Italy)


FECHA LÍMITE/DEADLINE/SCADENZA: 31/03/2018

FECHA CONGRESO/CONGRESS DATE/DATA CONGRESSO: 24-25/05/2018

ORGANIZADOR/ORGANIZER/ORGANIZZATORE: Rocco Coronato; Mattia De Poli; Anna Scannapieco; Davide Susanetti

INFO: call - convegni.disll@unipd.it - mattia.depoli@unipd.it

CALL:

Dall’antichità al medioevo, dall’età moderna alla contemporaneità, nelle varie epoche storiche e società il teatro è passato attraverso numerosi cambiamenti, ma ha sostanzialmente conservato la sua capacità di mettere l’esperienza umana sotto una lente di ingrandimento. Dall’Atene classica al medioevo franco-normanno (Adam de la Halle), dall’Inghilterra elisabettiana (Shakespeare) alla Francia “du grand siècle” (Corneille, Racine, Molière), dalla Spagna barocca (Calderón de la Barca) alla Venezia settecentesca (Goldoni e Carlo Gozzi), fino alla Svezia contemporanea (Strindberg), molti personaggi teatrali si sono confrontati con le loro emozioni: la paura può avere cause diverse e può suscitare diverse reazioni, ma rimane la stessa emozione, indipendentemente dal fatto che possa avere manifestazioni e risvolti tragici o comici.

L’analisi dei testi e delle rappresentazioni può focalizzarsi su diversi aspetti: 1) prospettiva narrativa: la paura può nascere da cause differenti e interviene a modificare i comportamenti del personaggio, lo condiziona, anche se questi può cercare di contenerla o di vincerla in vari modi;

2) prospettiva lessicale: nelle lingue antiche e moderne esistono diverse parole che indicano sfumature differenti della paura, ricavabili ora dalle didascalie interne ora dalle didascalie esplicite, e ciascuna di esse è di solito associata a particolari sintomi o a differenti gradi di intensità;

3) prospettiva formale: quando un personaggio è in preda alla paura, per quanto cerchi di controllarsi, utilizza codici espressivi particolari, come il canto in contrapposizione alla normale recitazione oppure certi metri-ritmi (ad esempio i docmi o gli ionici a minore) piuttosto di altri;


4) prospettiva performativa: un personaggio, quando si trova in scena ed è in preda alla paura, è condizionato da essa nei movimenti (ad esempio, immobilità o corsa), nelle espressioni del volto (evocate dalle parole, quando l’attore usa la maschera), nell’intonazione della voce durante la recitazione; queste informazioni, almeno nel teatro moderno e contemporaneo, possono essere ricavate anche dai trattati sulla recitazione;


5) prospettiva di genere: personaggi femminili e maschili esprimono la paura in modi diversi, di solito codificati da norme sociali, ed ogni infrazione è significativa;


6) prospettiva generazionale: giovani, vecchi e bambini (anche se questi ultimi sono raramente presenti nel teatro antico) hanno contegno e modalità espressive diversi.


Per partecipare al convegno, studiosi, ricercatori e professori sono invitati a scrivere all’indirizzo mattia.depoli@unipd.it entro il 31 marzo 2018: 1) il titolo dell’intervento; 2) l’abstract dell’intervento in lingua italiana, inglese o francese (max. 300 parole); 3) l’ambito dell’intervento: a. teatro greco – b. teatro medievale, moderno, contemporaneo; 4) breve curriculum vitae et studiorum. Gli interventi dei relatori saranno di 20 minuti. Il comitato scientifico si riunirà all’inizio del mese di aprile per valutare le proposte e individuare i relatori del convegno. A tutti i proponenti verrà comunicato entro il 15 aprile 2018 se la proposta è stata accolta o non accolta. Nei giorni del convegno verrà offerto il pranzo ai relatori; le altre spese di vitto e alloggio saranno a carico dei relatori. È prevista la pubblicazione degli Atti del convegno.

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