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CALL. 22.03.2020: Il teatro delle emozioni - L'ira / The Theatre of Emotions - Wrath - Padova (I


FECHA LÍMITE/DEADLINE/SCADENZA: 22/03/2020

FECHA CONGRESO/CONGRESS DATE/DATA CONGRESSO: 20-21/05/2020

ORGANIZADOR/ORGANIZER/ORGANIZZATORE: Mattia De Poli

INFO: call - web - mattia.depoli@unipd.it.

CALL:

Secondo la definizione di Aristotele, l’ira è “un desiderio impulsivo, accompagnato a un dolore, che cerca vendetta per un danno che ha colpito se stessi o i propri cari, se il danno non è meritato” (Retorica II, 2 [1378a 30-32]). Come le altre affezioni dell’anima, anche l’ira è strettamente collegata alla dimensione fisica del corpo (L’anima I, 1 [403a 3-403b 19]) e si può manifestare in tre gradi differenti: l’iracondia in caso di eccesso, la mitezza in caso di medietà e indifferenza in caso di difetto (Etica a Nicomaco II, 7 [1108a 4-9]). L’ira è una delle emozioni che, proprio sulla scorta di Aristotele, ha attirato maggiormente l’interesse dei filosofi antichi, greci e latini: da Teofrasto a Filodemo, fino a Seneca. E ancora in epoca bizantina, l’Anthologion di Giovanni Stobeo dedica un capitolo all’ira (III, 20), in cui sono stati selezionati passi di trattati in prosa (Epitteto, Plutarco, Democrito, oltre al prevedibile Aristotele) ma anche di opere poetiche: versi dell’epica (Omero) e numerosi altri tratti da composizione drammatiche, tragiche e comiche. Numerosi personaggi teatrali, come Medea nell’omonima tragedia euripidea o Edipo nell’Edipo re e Creonte nell’Antigone di Sofocle o Clitemnestra nell’Agamennone di Eschilo, agiscono mossi dall’ira. In ambito comico, sappiamo che Menandro intitolò una delle proprie commedie “Ira”, ma la rappresentò in scena anche attraverso Crateia nel Misoumenos e Polemone nella Perikeiromene. A volte l’ira nasce da un errore di valutazione o da un equivoco e spesso colpisce chi ha il potere o ha un ruolo predominante nei rapporti di forze: nella tragedia i suoi effetti saranno rovinosi, mentre nella commedia un chiarimento mette fine all’ira. Questa emozione non solo è riconosciuta fin dall’antichità, ma è anche tra quelle che maggiormente hanno ispirato poeti e autori di tutti i tempi. L’Iliade, l’opera più antica della letteratura occidentale, ha il suo centro proprio nell’ira di Achille, nel Cinquecento Ludovico Ariosto scrisse l’Orlando furioso, ma Rabbia è ancora uno spettacolo presentato dalla Compagnia di Pippo Delbono nel 1995, con un omaggio all’omonima poesia di Pier Paolo Pasolini (1963).

“Ira”, “furia” o “rabbia”, ma la lingua italiana ha anche “collera”. Almeno quattro sono le parole con cui l’inglese, a sua volta, tra le lingue moderne può indicare questa emozione: anger, wrath, rage, fury. Allo stesso modo il greco antico poteva contare su μῆνις, ὀργή e χόλος. Diverse parole per descrivere un’emozione in base ai vari gradi di intensità, alle diverse manifestazioni, agli effetti che produce.

Mantenendo fissa l’attenzione sui personaggi in scena, i contributi del convegno mostreranno come sia possibile analizzare e riflettere sull’emozione umana che, per semplicità, chiamiamo “ira”, utilizzando lo spettacolo teatrale come una realtà parallela, virtuale, ma allo stesso tempo visibile e concreta, che consenta allo spettatore di immedesimarsi e riconoscersi.


Alcune delle possibili prospettive di indagine sull’ira dei personaggi nelle opere teatrali della cultura occidentale, dall’antichità greca e latina alla contemporaneità, sono: 1) la prospettiva narrativa: l’ira può nascere da cause differenti e spesso deriva da un errore di valutazione o un equivoco; 2) la prospettiva lessicale: nelle lingue antiche e moderne esistono diverse parole che indicano sfumature e gradi di intensità differenti dell’ira, ed esse possono essere associate a particolari sintomi, manifestazioni o effetti; 3) la prospettiva formale: l’ira può esprimersi attraverso un discorso apparentemente lucido ma caratterizzato da salti logici che tradiscono un conflitto interiore; 4) la prospettiva performativa: un personaggio, quando si trova in scena ed è in preda all’ira, è indotto a compiere movimenti o gesti particolari, ad assumere particolari espressioni del volto (eventualmente evocate a parole, quando l’attore usa la maschera), ad adottare una particolare intonazione della voce nella recitazione; queste informazioni, almeno nel teatro moderno e contemporaneo, possono essere ricavate anche dai trattati sulla recitazione; 5) la prospettiva di genere e generazionale: l’ira può interessare personaggi femminili e maschili, giovani e vecchi, ma l’impressione che suscita non è sempre uguale; 6) la prospettiva politica: spesso sono i potenti ad adirarsi, perché ritengono di aver ricevuto un’offesa diretta non solo alla loro persona ma anche al ruolo che ricoprono.


Dall’antichità al medioevo, dall’età moderna alla contemporaneità, nelle varie epoche storiche e società il teatro ha mutato strumenti e codici espressivi, ha raccontato storie diverse, ma ha sostanzialmente conservato la sua capacità di mettere l’esperienza umana sotto una lente di ingrandimento. Dall’Inghilterra elisabettiana (Shakespeare) alla Francia “du grand siècle” (Corneille, Racine, Molière), dal medioevo franco-normanno (Adam de la Halle) alla Spagna barocca (Calderón de la Barca), dalla Venezia settecentesca (Goldoni e Carlo Gozzi) alla Svezia contemporanea (Strindberg), molti personaggi teatrali si sono confrontati con le loro emozioni: l’ira rimane un’emozione propria dell’uomo, che può avere manifestazioni e risvolti tragici o comici.


Per partecipare al convegno, studiosi, ricercatori e professori sono invitati a scrivere all’indirizzo mattia.depoli@unipd.it entro il 22 marzo 2020: 1) il titolo dell’intervento; 2) l’abstract dell’intervento in lingua italiana, inglese o francese (max. 300 parole); 3) l’ambito dell’intervento: a) teatro greco, latino – b) teatro medievale, moderno, contemporaneo; 4) breve curriculum vitae et studiorum. Gli interventi dei relatori saranno di 25 minuti. Il comitato scientifico si riunirà (anche solo virtualmente) dopo il 22 marzo 2020 per valutare le proposte e individuare i relatori del convegno. A tutti i proponenti verrà comunicato entro il 6 aprile 2020 se la proposta è stata accolta o non accolta. Nei giorni del convegno verrà offerto a tutti i relatori il pranzo e la cena di mercoledì 20 e il pranzo di giovedì 21; le spese di viaggio e pernottamento ed eventuali altre spese di vitto saranno a carico dei relatori. È prevista la pubblicazione degli Atti del convegno.



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